
FRANCESCO D’ASSISI E IL PRESEPE
Alla fine del 2023 ricorreva l’ottavo centenario dell’episodio verificatosi a Greccio nel Natale del 1223, di consueto richiamato per assegnare a Francesco d’Assisi l’invenzione della forma tradizionale del presepe, con la greppia l’asino e il bue – e il bambinello.
Con l’occasione il 20 dicembre 2023 l’Osservatore Romano ha pubblicato un intervento di Felice Accrocca, arcivescovo metropolita di Benevento (che nel corso degli anni ha scritto numerosi contributi su Francesco d’Assisi e sul francescanesimo): Il perdurare di un equivoco.
“Perché si continua a vedere nell’evento di Greccio il primo presepe della storia e in Francesco l’inventore di questa pia tradizione? Si tratta in realtà di una tesi tutta moderna dato che nessuno degli antichi cronisti dell’Ordine ne ha mai fatto parola”. In effetti, “il primo ad affermare espressamente che Francesco fosse l’inventore del presepe fu, nel 1581, Juan Francisco Nuño, un francescano spagnolo che dimorava all’Aracoeli, dov’era la sede della Curia generale dei frati Osservanti. Fu da allora che tale idea cominciò a farsi strada, parallelamente all’altra che attribuiva ai francescani la diffusione della bella tradizione di allestire il presepe. Alla prova dei fatti, bisognerà invece attendere […] il 1890 perché un altro generale, sempre Osservante, Bernardino da Portogruaro, ordinasse di predisporre un presepe in ogni convento”.
Alla Vita beati Francisci, scritta dal frate abruzzese Tommaso da Celano tra 1228 e 1229, subito dopo la canonizzazione dell’Assisiate, risale la prima notizia dell’episodio. Nel capitolo XXX della prima parte, Della mangiatoia che preparò nel giorno della Natività del Signore si legge:
«A questo proposito è degno di perenne memoria e di devota celebrazione quello che il Santo realizzò tre anni prima della sua gloriosa morte, a Greccio, il giorno del Natale del Signore. C’era in quella contrada un uomo di nome Giovanni, di buona fama e di vita anche migliore […]. Circa due settimane prima della festa della Natività, il beato Francesco, come spesso faceva, lo chiamò a sé e gli disse: “Se vuoi che celebriamo a Greccio il Natale di Gesù, precedimi e prepara quanto ti dico: vorrei rappresentare il bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello”. Appena l’ebbe ascoltato, il fedele e pio amico se ne andò sollecito ad approntare nel luogo designato tutto l’occorrente, secondo il disegno esposto dal Santo. […] Francesco si è rivestito dei paramenti diaconali, perché era diacono, e canta con voce sonora il santo Vangelo: quella voce forte e dolce, limpida e sonora rapisce tutti in desideri di cielo. Poi parla al popolo e con parole dolcissime rievoca il neonato Re povero e la piccola città di Betlemme. […] Vi si manifestano con abbondanza i doni dell’Onnipotente, e uno dei presenti, uomo virtuoso, ha una mirabile visione. Gli sembra che il bambinello giaccia privo di vita nella mangiatoia, e Francesco gli si avvicina e lo desta da quella specie di sonno profondo» (da Fonti francescane).
Come commenta Felice Accrocca, “In realtà, nell’occasione egli volle rendere visibile a tutti, con «gli occhi del corpo», in quale modo il fanciullo Gesù era nato a Betlemme, privo di tutto ciò che è necessario a un infante; come sottolinea anche Papa Francesco nella lettera Admirabile signum, volle mostrare soprattutto «il legame tra l’Incarnazione del Figlio di Dio e l’Eucaristia. In quella circostanza, a Greccio, non c’erano statuine: il presepe fu realizzato e vissuto da quanti erano presenti» (n. 2). Nella mangiatoia non c’era infatti il Bambino, né furono interpretati da qualcuno i ruoli di Giuseppe e Maria”.
L’episodio si verificava dopo la faticosa approvazione della Regula minoritica, sottoscritta da papa Onorio III il 26 novembre 2023. A un inquadramento e a una contestualizzazione di quell’avvenimento, e del comportamento dell’Assisiate, ha dedicato un prezioso volume Chiara Frugoni, storica dell’età medievale, soffermatasi a più riprese a ridefinire con precisione talune interpretazioni correnti della storia francescana: Il presepe di san Francesco. Storia del Natale di Greccio (Bologna, Il Mulino, 2023 – riedizione di un libro apparso nel 2020).